Close

Dunque, da secoli, e chissà per quanti secoli ancora, Castellaneta città storica ha dimora su Castellaneta città preistorica, una città viva sorge su una città morta, un’antichità poggia su di un’altra antichità la cui origine si perde nella notte dei tempi.
Sarebbe davvero un’impresa eccezionale se qualcuno, un giorno, riuscisse a svelare il fitto mistero che avvolge il sottosuolo della nostra città.
Tratto da “MEMORIE DELLA MIA CITTÀ” di Nicola D’alagni.

È difficile resistere al fascino del mistero, un mondo si dirama sotto i nostri piedi, pertanto abbiamo raccolto la sfida lanciata un secolo fà tentando di dare una risposta ai mille quesiti che rendono affascinante il nostro sottosuolo.

Leggende metropolitane, tunnel sotterranei, passaggi segreti e attività illecite sono i punti cardine di una storia misteriosa che pochi conoscono.
Sepolto circa da 300 anni da abitazioni più moderne, un mondo buio e umido fatto di abitazioni, chiese, stalle, legnaie, cantine con pozzi e cisterne, non sono che l’ultimo utilizzo di quella intricata e fitta rete di gallerie di cui tutti noi sin da bambini abbiamo sentito narrare dai nostri nonni.

Questi luoghi sono stati utilizzati da sempre per svariati motivi: rifugio per eventuali invasioni, vie di comunicazione riparate e utili durante i lunghi assedi, luoghi inaccessibili utilizzati come nascondiglio dai briganti ed infine posto di ritrovo antiaereo durante eventuali bombardamenti nella seconda guerra mondiale.

Il centro storico così come lo vediamo oggi non è che l’ultimo stadio di quel villaggio primitivo costituitosi in grotte naturali, prima allargato, poi unito artificialmente per scopi militari che ha dato da sempre rifugio ai nostri antenati.
Scendete nelle viscere della terra con noi e scoprirete tutti gli angoli nascosti che il nostro sottosuolo cela da secoli  sotto le strette stradine del centro storico, ascoltate i nostri accompagnatori e le storie sul tesoro segreto nascosto tra le mura di queste cantine.
Vi aspettiamo!

CANTINE VINICOLE DEL MARCHESE GIOVINAZZI

Il più grande ipogeo trovato finora, disposto a ridosso dello strapiombo del burrone. Si presenta disposto su un unico livello sotterraneo. Al suo interno sono presenti grandi botti in rovere e alcuni torchi che testimoniano la presenza della lavorazione e conservazione del vino, grande risorsa agricola. Il sito è stato utilizzato a metà del secolo scorso e poi abbandonato.

 

SOTTERRANEI PALAZZO VISCARDI

Bellissimo e molto suggestivo ambiente ipogeo disposto su 3 livelli distinti con dettagli inediti che ne attestano il suo vario e mutevole utilizzo. Il 1° livello presenta, oltre che ad una cisterna ed alcune vasche per la lavorazione del vino, nella parte più antica un foveario per la conservazione dei raccolti cerealicoli.  Scendendo nel 2° livello si nota la presenza di alti zoccoli che cingono perimetralmente gli ambienti per la conservazione e maturazione del vino. Nel 3° ed ultimo livello, nella parte più bassa a -15 mt sotto il livello stradale, si colloca una cava per l’estrazione del tufo.

 

FOVEARIO SAN PIETRO E SAN DEMETRIO

Unico nel suo genere questo ambiente sotterraneo si districa in un insieme di grotte rupestri e gallerie. Caratterizzato dalle presenze di fovee (fosse scavate nella roccia e utilizzate per la conservazione delle vettovaglie e prodotti cerealicoli nel periodo invernale). Questo posto è citato nei documenti sin dal 1282; al suo interno è presente anche una grande neviera.

 

FRANTOIO IPOGEO

Ambiente utilizzato sino agli anni ’60. Al suo interno è ancora visibile, nonché intatto, la macina con la grande ruota in pietra, l’antica cucina in muratura, il dormitorio e il lavatoio.

e CHIESA DELL’ANNUNZIATA

Uno stretto corridoio scavato nella roccia ci conduce a quello che era l’accesso alla chiesa/grotta  dell’Annunziata su cui nell’1400 i Domenicani, a cui viene affidata, costruiscono e inglobano l’attuale chiesa di San Domenico. Ora la chiesa è un sepolcreto.

 

IL LABIRINTO PARABITA

Insieme di cunicoli, gallerie e porte murate che secondo la tradizione orale fu utilizzato anche come nascondiglio dei briganti durante il periodo del brigantaggio che vide anche la nostra cittadina teatro di scorribande e scontri armati.

 

 

Go top